Boschi di neo-formazione
I cambiamenti nell'uso del suolo (land-use changes) sono uno degli aspetti più rilevanti dei cambiamenti globali. In Europa, a partire dal secondo dopoguerra, i fenomeni di urbanizzazione e di intensificazione dell'agricoltura hanno determinato la cessazione delle attività agricole e di pascolo in molte aree (economicamente marginali) dove non era più possibile praticare un'agricoltura redditizia. Questo ha innescato dei processi (indicati in ecologia con il termine di successioni secondarie) che hanno portato alla riconquista di molte di queste zone da parte di boschi, detti di di neo-formazione [2]. Gran parte dell'aumento della superficie forestale nel nostro paese è dovuta a questo fenomeno.
In molti casi, il ritorno del bosco può essere considerato come un fatto positivo, ma vi sono anche situazioni da considerare con attenzione. Difatti, con l’abbandono delle pratiche colturali e il progressivo sviluppo della vegetazione arbustiva ed arborea si possono determinare effetti notevoli sul bilancio del carbonio, su quello idrologico, sulle caratteristiche dei suoli [3]. Vengono a modificarsi habitat che da tempo si erano consolidati e talvolta si assiste a un impoverimento della biodiversità (flora e fauna) e alla perdita di importanti zone di transizione (ecotoni). Ci sono poi effetti legati alla modifica del mosaico paesaggistico e alla perdita di valori colturali e culturali connessi alle tradizionali forme d’uso del suolo.
In rapporto a queste problematiche, la strategia forestale nazionale (SFN), da poco pubblicata, mette in evidenza la necessità di: riconoscere come bosco le superfici di neo-formazione, indirizzandone la gestione in relazione alla funzione prevalente svolta in quel dato contesto ambientale, paesaggistico e socioeconomico; di adottare comunque indirizzi gestionali atti a garantire la conservazione degli ecotoni (zone di passaggio bosco-pascolo, bosco-campo, ecc.) della biodiversità, e del mosaico paesaggistico così come plasmato dalle tradizionali colture e pratiche agro-pastorali locali.
Un aspetto da considerare è anche quello legato alla maggiore suscettibilità agli incendi boschivi che si può determinare, soprattutto negli ambienti mediterranei, in seguito a un cambiamento di uso del suolo in cui si abbia il passaggio verso coperture arbustive e arboree da zone precedentemente agricole [4].
[1] Sheffer, E. (2012). A review of the development of Mediterranean pine–oak ecosystems after land abandonment and afforestation: are they novel ecosystems?. Annals of Forest Science 69 : 429-443.
[2] Alberti G. et al. (2008). Forest ecosystem carbon accumulation during a secondary succession in the Eastern Prealps of Italy, Forestry: An International Journal of Forest Research 81: 1-11.
[3] Ferlan M. et al. (2011). Comparing carbon fluxes between different stages of secondary succession of a karst grassland. Agriculture, Ecosystems & Environment 140 (1–2): 199-207.
[4] Ascoli D. et al. (2021). Land use change towards forests and wooded land correlates with large and frequent wildfires in Italy. Annals of Silvicultural Research 46(2): 177-188.