Il limite superiore del bosco costituisce un importante confine ecologico. In assenza dell'uomo è un limite freddo imposto dal clima, ma nei nostri ambienti risente soprattutto dell'attività dell'uomo. In evidenza, nell'immagine, la netta separazione fra arbusteti e praterie, e il bosco di faggio nella valle dell'Ozzola, sul versante meridionale del Monte Cusna (2121 m), Appennino tosco-emiliano (foto di Marco Borghetti, agosto 2019). Scorrere per il fotoracconto.
Appennino tosco-emiliano, la zona di crinale in Provincia di Parma. In alcuni settori la faggeta raggiunge lo spartiacque tirreno-adriatico, in altri si ferma sotto, lasciando spazio alla brughiera a mirtillo e ginepro e alle praterie sommitali (foto di Marco Borghetti, settembre 2023).
Sull'Appennino settentrionale (qui siamo in alta val Parma, poco sotto lo spartiacque tirreno-adriatico) la vegetazione al di sopra della faggeta è spesso costituita da fitte coperture di ginepro nano (Juniperus communis L.) e di mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.) (foto di Marco Borghetti, marzo 2022).
Appennino tosco-emiliano, il crinale in Provincia di Parma. I caratteristici faggi policormici (foto sopra) laddove il bosco raggiunge lo spartiacque (foto di Marco Borghetti, estate 2023).
Appennino tosco-emiliano. Sullo spartiacque tirreno-adriatico aveva confine il Ducato di Parma (foto di Marco Borghetti, estate 2023).
Al sud, in Basilicata. Monte Pollino (2248 m), con vista sulla Serra del Prete. In evidenza il limite superiore della faggeta (foto di Angelo Nolè).
Il limite della faggeta
Il limite superiore del bosco (timber-line) costituisce un importante confine ecologico: mette in comunicazione le comunità forestali di grossa taglia (i boschi) con quelle di taglia progressivamente minore, le comunità arbustive e poi la vegetazione erbacea. Il cambiamento climatico (in particolare l'innalzamento delle temperature e l'ampliamento della stagione vegetativa) può avere un effetto sulla quota alla quale questo confine si viene a collocare. Ma in quasi tutti i nostri ambienti il limite appare a tutt'oggi prevalentemente influenzato da fattori antropici.
Una conferma viene da una recente ricerca [1] che ha preso in considerazione i fattori che determinano il limite superiore dei boschi di faggio (Fagus sylvatica L.) attraverso l'intera catena appenninica, considerata per una estensione latitudinale di oltre 900 km. Lo studio ha analizzato più di 3600 km di limite del bosco, su oltre 300 picchi montuosi, valutandone i fattori (climatici, topografici, antropici) che lo determinano.
I risultati mostrano che sull'Appennino il limite della faggeta si colloca, mediamente, a poco meno di 1600 m di quota (con un massimo di oltre 2100 m) e che risulta inferiore sui versanti meridionali. Il fattore antropico esercita un'influenza maggiore sulle montagne più basse, ma in generale è importante ovunque, con una correlazione stabilmente negativa fra densità di popolazione e quota del limite della foresta. La variazione climatica esercita un peso maggiore sulle montagne più alte.
La conclusione è che l'attuale limite superiore della faggeta sull'Appennino è, per effetto dell'azione dell'uomo, più basso rispetto al limite climatico potenziale. La variabilità topografica, a scala locale, esercita pure un effetto importante, attraverso il suo effetto sul clima, e potrebbe rappresentare, a scala locale, un fattore di mitigazione del cambiamento climatico [2].
Il limite degli alberi
Il limite (altitudinale) degli alberi (tree-line) è un confine climatico freddo [3], imposto dalle basse temperature: oltre una certa soglia queste non rendono possibile la forma vitale arborea e impongono il passaggio ad altre forme di vita. La transizione è legata alla statura: la forte 'rugosità' aerodinamica determinata dalla forma arborea fa si che la temperatura dei tessuti non si discosti da quella dell'aria. Nei periodi freddi questo determina limitazioni termiche al bilancio del carbonio e alla crescita, alle quali le piante di bassa statura (arbusti, più o meno nani, erbe) riescono a sfuggire. L'uomo non può innalzare il limite freddo degli alberi ma, come abbiamo visto, può rimuovere gli alberi dalla tree-line, con il pascolo, il taglio, ecc. Sulla base delle molte osservazioni fatte, si può dire che, mentre il limite geografico delle specie arboree riflette le temperature minime assolute, la tree-line riflette invece le medie delle temperature minime su base stagionale.
[1] Bonanomi G. et al. (2018). Anthropogenic and environmental factors affect the tree line position of Fagus sylvatica along the Apennines (Italy). Journal of Biogeography 45: 2595-2608.
[2] Rita A. et al. (2021). Topography modulates near-ground microclimate in the Mediterranean Fagus sylvatica treeline. Sci Rep 11, 8122.
[3] Körner Ch. (2021) The cold range limit of trees. Trends in Ecology &Evolution 36 (11): 979-989.
Tree-line di larici, cima Camucina (2287 m), Val di Sole, Trentino. Visibile sullo sfondo un grosso gregge di pecore: attraverso contributi di provenienza europea, la Provincia Autonoma di Trento incoraggia le attività di pascolo per evitare una eccessiva avanzata del bosco e la riduzione degli spazi aperti (foto di Marco Borghetti, luglio 2019).