Il paesaggio odierno che caratterizza la Val di Non, in provincia di Trento. Filari su filari di meli delle varietà Golden delicious, Red delicious e Renetta del Canada, ampiamente protetti dai teli antigrandine (foto di Marco Borghetti, giugno 2022). Scorrere per il fotoracconto.

Paesaggio che vieni, paesaggio che vai...

E' da annoverare fra le cose effimere, il paesaggio: sia nella concretezza degli elementi che lo costituiscono sia nella soggettiva percezione che lo imprime nel cuore e nella mente degli uomini, facendone ricordo, talvolta inutilmente nostalgico. Inesorabilmente, cambiano i paesaggi urbani, quelli delle campagne, delle montagne, talvolta così lentamente che non ce ne rendiamo conto, talvolta così velocemente da lasciarci un po' storditi.

E' cambiato molto il paesaggio della Val di Non, ampia vallata del trentino occidentale, da sempre rinomata per la produzione delle mele. Negli ultimi 40 anni soprattutto. Da quando, verso la fine degli anni '70, gli alberi di melo tradizionali, con i rami largamente estesi dal tronco, che d'inverno, spogli di foglie, sembravano braccia ischeletrite protese al cielo, sono  stati sostituiti dagli stretti filari delle varietà Golden delicious, Red delicious e Renetta del Canada, ampiamente protetti dai teli antigrandine.

Sopra: in due cartoline d'epoca (ex  archivio Biblioteca Digitale Trentina: https://bdt.bibcom.trento.it/Progetti/Cartoline-del-Trentino) il paesaggio passato della Val di Non; sotto, piccolo residuo di meleto tradizionale (foto di Marco Borghetti, maggio 2022).

Non  c'è spazio per nostalgie in questi casi, per posizioni 'fissiste' con difese anacronistiche di paesaggi tradizionali. Prevale il dinamismo della società, il legittimo interesse economico dei proprietari, prevalgono le richieste del mercato connaturate nel nostro modello di sviluppo.

Tutt'al più, si potrebbe suggerire di mantenere qualche mosaicatura territoriale, con appositi fondi di compensazione agli agricoltori. Tutt'al più, potrebbe spiacere il fatto che da marzo a metà Ottobre i frutteti vadano incontro a una trentina di trattamenti con pesticidi, che includono fungicidi (boscalide, captano, ecc.), erbicidi (glifosato), acaricidi (bromopropilato), insetticidi (clorfirifos etile, piretrina, ecc.) con intensità massima (ed esposizione dei residenti) fra maggio e giugno. Per fare le mele sane, belle e gustose, come si reclamizza. E poi, supplementando la dieta dei residenti con il miele, la  genotossicità dei pesticidi pare attenuarsi [1]. Per gli effetti restanti, chissà...

[1] Alleva, R. et al. (2016). Organic honey supplementation reverses pesticide-induced genotoxicity by modulating DNA damage response. Mol. Nutr. Food Res. 60: 2243-2255. 

I filari a spalliera che oggi vengono coltivati e il nuovo paesaggio che si è venuto a formare (foto di Marco Borghetti, giugno 2022).