Angelo Borghetti davanti alla 'sua' briglia ad arco, Valle di Revolto (Verona), 1911: fu il protagonista della grande sistemazione della foresta di Giazza, nell'Alta Val di Illasi (Verona, v. mappa in basso), la prima del demanio forestale dello stato. Scorrere per il fotoracconto (foto archivio M.Borghetti).

La grande sistemazione montana e la prima foresta demaniale 

Nei primi decenni del novecento furono eseguite in Italia imponenti opere di sistemazione idraulico-forestale dei bacini montani. Queste opere trovano una efficace e sintetica descrizione negli 'appunti di un viaggio di studio 'a traverso l'Abruzzo, il Lazio, la Venezia Giulia e l'Istria, il Trentino e l'alta Regione Lombardo-Veneta' compiuto agli inizi degli anni venti da un ispettore forestale svizzero, Carlo Albisetti [1], che documenta le sue osservazioni con delle belle fotografie.

In queste opere i forestali italiani dettero prova, secondo Albisetti, di grandi capacità tecniche e di ampie visioni. Conclude infatti così le sue note di viaggio: "dai pochi ma istruttivi esempi sovraccitati possiamo formarci l'opinione che in Italia, in materia di sistemazione montana si è fatto un rilevante progresso: si è superata sotto taluni aspetti non solo la Svizzera...E quel che più mi preme di rilevare è il fatto che taluni dei succitati lavori sorpassano per estensione e per complessità e per raffinatezza di esecuzione anche i più belli che ho visto in Francia. Naturalmente il loro numero è ancora esiguo in confronto agli innumerevoli torrenti che solcano le pianure italiane - devastandole talvolta - e che richiedono d'essere sistemati. Io penso tuttavia che un paese che ha saputo fare tanto in pochi anni troverà l'energia necessaria per continuare alacremente sulla via iniziata e ricostituire così il patrimonio boschivo".

Fra i lavori esaminati nel corso del suo viaggio, Albisetti considerò come uno 'dei più completi, ben eseguiti e ben riusciti della regione alpina' quello portato a termine nell'alta valle d'Illasi (Verona) [2]. E' il lavoro che ha 'creato' la foresta di Giazza [3, 4], la prima di quel demanio forestale (Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, ASFD) istituito ai tempi del governo di Luigi Luzzatti.

Su questo caso ci dilunghiamo un po', anche per il rapporto diretto con il suo protagonista.Verso la fine dell’ottocento, nelle in provincia di Verona il disordine idrogeologico delle valli montane era diventato una drammatica priorità ambientale per le gravi alluvioni, portatrici di danni e vittime anche a Verona città, che frequentemente avevano luogo. Fu di fronte a questa situazione che l’allora comitato forestale provinciale decise di provvedere alla “bonifica” delle alti bacini montani, attraverso capillari interventi di sistemazione idraulico-forestale.

Per l'alta Val d'Illasi, il primo lungimirante passo fu quello di procedere all’accorpamento amministrativo del bacino. La parte alta del versante, per oltre 600 ettari, ricadeva infatti in territorio austro-ungarico ed era di proprietà del Comune di Ala (Trento). Era questa, peraltro, la parte più interessata dai fenomeni di dissesto e dove più urgeva l’intervento di sistemazione. Il comitato forestale riuscì, fra il 1894 e il 1897, ad acquistare (a caro prezzo, si disse) questa parte di bacino dal Comune Ala. Con l’unificazione della proprietà si poté finalmente dar corso alla progettazione dei lavori di sistemazione.

I lavori si protrassero fino al 1911 e risultarono particolarmente impegnativi a causa dell’asprezza dei luoghi, della ripidezza dei versanti e della loro franosità, per la mancanza di strade e la lontananza dagli abitati. Nel corso dell’imponente intervento, furono realizzate le necessarie briglie di trattenuta lungo il corso dei torrenti. Ma, soprattutto, fu posta scrupolosa attenzione al lavoro di consolidamento superficiale delle ripidi pendici con graticciate, cordonate, gradonate. Lavori in cui “la pazienza e l’arte forestale ebbero tutta la loro estrinsecazione” [3]. Si procedette, contestualmente, anche al rimboschimento, mettendo a dimora decine di migliaia di piantine di larice, abete rosso, abete bianco, faggio, per l'allevamente delle quali era stato costituito un apposito vivaio ('orto') forestale.

Fra i personaggi che svolsero un ruolo chiave nella sistemazione forestale e nella ricostituzione boschiva, va ricordato l’ispettore forestale Angelo Borghetti, nonno dello scrivente. Diplomato all’Istituto di Vallombrosa e responsabile del distretto forestale di Tregnago, dal 1903 al 1911 Borghetti fu il valente e infaticabile responsabile dei lavori di sistemazione. Nota interessante  è che, nel suo continuo andirivieni per il grande cantiere di rimboschimento, Borghetti doveva muoversi provvisto di un Geleitbrief (salvacondotto), rilasciato dal Ministro degli Interni di Vienna, necessario per potersi recare nella zona dell’alta Val di Revolto che, acquisita come privata proprietà dallo stato italiano, era sotto giurisdizione austro-ungarica.

Coronamento dei lavori di sistemazione fu la solenne inaugurazione, avvenuta il 10 agosto 1911, della foresta demaniale di Giazza alla presenza del ministro dell'agricoltura Nitti, che si recò a Giazza, e di qui al bosco detto delle Molesse, con un corteo di autorità, a dorso di cavalli, muli e asini. L’avvenimento suscitò vasto interesse, anche perché l’inaugurazione della foresta di Giazza coincideva, come ricordato prima, con la nascita del demanio forestale statale. A ricordo della sua opera, nel 1982 è stato dedicato ad Angelo Borghetti il tratto del sentiero europeo E5, che attraversa la foresta [5, 6, 7].


[1] Albisetti C (1923). La sistemazione idraulico-forestale dei bacini montani in Italia. Tipografia Burkhart & Schütz, Berna.

[2] Borghetti Dina (1939). La Valle d'Illasi. Studio di geografia. Memorie del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Volume XXX n.6, Venezia, Officine Grafiche Carlo Ferrari. 

[3] Borghetti A (1911). Sistemazione forestale dei bacini di Revolto e Fraselle. Pro Montibus Veronese, n. 3.

[4] Borghetti M. (2006). Giazza, la foresta “creata” dai forestali un secolo fa. Forest@ 3: 449-453.

[5] Foradori V. (1981) La foresta demaniale di Giazza. Terra Cimbra n. 45.

[6] Colombo P.A., Foradori V. (2010). Angelo Borghetti, un grande forestale del XX secolo. Silvae VI (13): 221-236

[7] Senatore Gondola V. (a cura di) (2007). Atti del Convegno 'Angelo Borghetti, un forestale del XX secolo'. Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, Grafiche Fiorini, Verona, pp. 52.

Lavori di preparazione del suolo: graticciate vive realizzate con piantoni di maggiociondolo intrecciati a verghe di nocciolo: un'anticipazione delle tecniche di ingegneria naturalistica  (foto archivio M. Borghetti).

Lavori di sistemazione idraulica con briglie in legno  (foto archivio M. Borghetti).

Inaugurazione della foresta demaniale di Giazza (valle di Revolto, Verona), 10 agosto 1911, con il ministro Nitti, a cavallo,  e l'ispettore Borghetti, in divisa, in primo piano (foto archivio M. Borghetti).

Cippo di confine in Val di Revolto. Militi italiani e austriaci (foto dalla quarta di copertina del lavoro: Angelo Borghetti, Antichi privilegi e correlativi oneri inerenti alle montagne del carbon nei Lessini, ristampa, Edizioni Taucias Gareida, Giazza, 1984).

Il lasciapassare del Ministero dell'Interno di Vienna rilasciato al Sottoispettore Borghetti, il 29 novembre 1907, per poter per potersi recare nella zona dell’alta Val di Revolto che, acquisita come privata proprietà dallo stato italiano, era sotto giurisdizione austro-ungarica (foto tratta dal lavoro: Foradori V., Colombo A.P. (2007). Un grande forestale del XX secolo. Atti del Convegno 'Angelo Borghetti, un forestale del XX secolo'. Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, Grafiche Fiorini, Verona, pp. 31-52).